Cara nonna

Cara nonna, stanotte verrò a farti visita in sogno. Mi aspetterai per l’ora di pranzo? Io arriverò verso quell’ora lì. Me li fai trovare i tuoi supplì? Come al solito, per me senza la mozzarella dentro, ché quella membrana albina e filante nel riso mi dispiace tanto. E ti prego, fammi anche le patatine fritte tagliate a piccoli dischi sottili di cui sono assai ghiotto. E se non ti è di soverchio disturbo, lascia pure sciogliere sul pane posto sulla brace quel po’ di formaggio, lì nel camino, ché tale tua leccornia manda in estasi questa mia gola avida di essere ingolfata fino all’intoppo.

E poi ci vedremo una puntata della nostra telenovela, vediamo come reagirà Giampaolo alla rivelazione scioccante della signorina Maria. Durante la pubblicità so già che ti alzerai per salire su in camera da letto dove attaccherai la spina della coperta elettrica.

E quando il fuoco sarà morente, e la luce dalla finestra assumerà il pallore della luna, ce ne andremo a letto, con la gualdrappa calda a stuzzicarci il corpo insofferente per il freddo.

Una supplica: non mancare di recitare le preghiere. Io ora sono un nichilista, non credo a niente, e bestemmio per ogni inezia, ma se tu dici «Ave Maria», io ti ripeto dietro pedissequamente, e ti raccomando di recitare anche la preghiera dell’angelo custode, la quale tanto mi fa fantasticare.

Poi ci diciamo la buonanotte e io mi stringo a te, timoroso di vedere il volto severo dello spettro del nonno che mi appare al baluginare di un’auto di passaggio, la quale rivela con il lume dei suoi fari il mondo emerso e quello sommerso.

Al cantilenante e sbuffato tuo stronfiare io mi addormenterò angelico e beato.

L’indomani mattina posso contare sul fatto che mi sveglierà il profumo delle tue frittelle? Spero tanto di sì, ma ti prego, se tutti gli altri le vogliono con lo zucchero, mettimene da parte un piatto con il sale, perché sono sofistico e speciale di gusto.

Spero tanto che domani mattina io mi svegli lì da te, col fresco soleggiato filtrato dalle gelosie delle persiane accostate, e non qui da dove ti scrivo, dove tutto è diventato oscuro, difficile e doloroso; questo perché il mio spirito è malvagio, la mia anima è nera, i miei umori densi e bruni come il petrolio, e le mie azioni cattive e le mie intenzioni lubriche, e per questo sono ricercato dallo spirito vendicativo della vita che mi vuole svergognato e punito.

Ma io mi nasconderò sotto il tuo letto, e a tutti loro gliela farò sotto il naso. Chi mai potrà scovarmi dentro un sogno? Neanche chi mi legge adesso, perché sono lontano, troppo lontano, da chiunque e in ogni caso.

Testo e disegni di Dario Faggella © 2024